Giulia Paganoni classe 92′ appassionata fin da piccola di auto, oggi scrive articoli per siti e giornali di rilievo, in un mondo quasi esclusivamente maschile, quello dei motori, si è fatta strada scrivendo di auto su giornali prestigiosi come il Sole24Ore e Quattroruote. L’abbiamo incontrata per farci raccontare questo affascinante mondo un pò più da vicino e chiederle anche come vede lo sviluppo dell’automotive nel web.
Ciao Giulia Raccontaci la tua esperienza a “Il Sole 24 Ore” come sei riuscita a farti strada per arrivare a questo traguardo?
In realtà è stato per caso, di quelle cose che non ti aspetti e neanche se l’avessi programmato sarebbe successo. Ho incontrato a un evento il capo pagina motori, abbiamo iniziato a parlare ed è finita lì. Poi, a distanza di mesi, mi ha commentato un tweet e da lì ci siamo tenuti in contatto scambiandoci idee finché a settembre del 2015 (quando ancora ero in Università) ho iniziato a scrivere sul giornale diventando oggi una delle prime firme, cosa che quando mi viene detto ancora non ci credo. Inoltre, ho iniziato a curare i dossier Formula E e Motorsport cosa per me importante perché unisce l’adrenalina dei motori al piacere della comunicazione.
È stato difficile per una donna inserirsi in un mondo tanto “maschile” come quello dei motori?
Credo di essere un po’ un’eccezione alla regola o, più che altro, alle credenze. Sin dall’inizio non ho sentito limiti imposti dal fatto di essere donna. Anzi, forse proprio perché la nostra società sta cambiando e circa il 45% del patentati italiani sono del gentil sesso, è necessario avere una sensibilità femminile nel provare le auto e darne un parere. Anche se devo ammettere che molti degli uomini con cui parlo vogliono sapere della parte tecnica e per me è un grande onore perché rappresenta un riconoscimento della mia sensibilità automobilistica a prescindere dal sesso. Lato colleghi, sono sempre tutti molto gentili con me, sia i più giovani che i veterani.
Visto che ti occupi di motori, qual è fino ad oggi l’auto più bella in assoluto che hai recensito?
Bassa, leggera e trazione posteriore. La mia macchina ideale deve avere queste caratteristiche. Non chiedo elevata potenza, per divertirmi mi bastano queste unite a una buona tenuta in strada. Tra quelle che ho provato la Mazda Mx5 è forse quella che più mi ha catturato. Però ce ne sono altre che sono riuscite a suscitare emozioni, tra queste tengono un posto nel mio cuore Lamborghini Huracán, Audi Rs3, Golf R, Porsche 718 GTS e auto più da uso quotidiano come la Seat Arona. Un’auto che ricorderò con affetto è la Giulietta TI del 1964 con la quale ho partecipato alla Coppa Milano-Sanremo, non avevo mai guidato un’auto di quegli anni e mi è servito molto per capire quanto sia diverso guidare un’auto di oggi rispetto a una del passato.
Oltre ai motori, quale altra passione coltiva Giulia?
Per natura ho bisogno di essere sempre in movimento, mi piace stare all’aria aperta per fare lunghe passeggiate o pedalate. L’attività sportiva per me è ossigeno per il cervello, cioè liberare la mente dai mille pensieri lavorativi e personali e trovare spunti per caricarmi dell’energia positiva e del bello che c’è intorno. Non voglio perdere il contatto con la realtà e le cose più semplici. Inoltre, mi piace la fotografia e in ogni scatto cerco di trovare lo straordinario nell’ordinario, è per me motivo di energia vitale. Infine, mi piace leggere libri ancora di carta, soprattutto se sono di letteratura, che in fondo sono la mia formazione.
Proiettandoti verso il futuro, tra 5 anni, cosa vedi per te e la tua carriera?
È una domanda molto difficile a cui rispondere. Il settore giornalistico e automobilistico sono in continua evoluzione e nei prossimi anni proprio in quest’ultimo sono attesi cambiamenti importanti come l’elettrificazione e la guida autonoma. Il mio desiderio è quello di riuscire a mantenere il passo del cambiamento.
Al momento ho bisogno di muovermi e avere input diversi, però magari tra qualche tempo mi fermerò in una redazione e avrò una vita più stabile. Non so, vivo molto al momento e cerco di valutare situazione per situazione.
Sappiamo che ti sei laureata da poco, come hai vissuto questo obiettivo importante?
Laurearmi è sempre stato per me un obiettivo importante. Quando ero piccola lo vedevo come un traguardo irraggiungibile, forse anche perché non avevo voglia di studiare. Poi però mi sono resa conto che era divertente imparare e che la laurea poteva essere un traguardo sempre più alla portata. Mi sono iscritta in Cattolica a Milano alla triennale in lingue, comunicazione e media e, una volta conclusa, ho voluto proseguire con la magistrale in comunicazione d’impresa, i media e le organizzazioni complesse. Gli ultimi mesi di quest’ultima sono stati davvero pesanti perché avevo già iniziato a lavorare e volevo dedicarmi solo a quello. Il giorno della discussione della tesi è stato il momento in cui ho capito che ce l’avevo fatta e da lì ho iniziato a guardare il mio lavoro con più leggerezza. Ah per restare in tema, la mia tesi di laurea era sui trend digital nel settore automotive.
Abbiamo letto che l’e-commerce rivoluzionerà l’automotive e che tra 5 anni circa saranno online il 18% delle vendite, cosa ne pensi?
L’e-commerce sta diventando una realtà in sempre più settori. Nel caso delle auto credo che molto potrà essere gestito online, già esistono dei costruttori che sfruttano questo canale sia per la vendita del nuovo che dell’usato. Ma, almeno nella cultura italiana, il momento della trattativa o della prova dell’auto non possono essere sostituiti. Per me i siti sono e restano un ottimo strumento per informarsi a fare valutazioni e confronti ma per l’acquisto, credo che ci debbano essere soluzioni “reali”.
Quali sono secondo te gli optional che proprio non possono mancare in una car del 2018?
La prima cosa che controllo quando provo un’auto è se c’è il Cruise Control Adattivo, per me è ormai un must. È molto utile da utilizzare in autostrada per mantenere la distanza di sicurezza dall’auto che precede e una velocità entro i limiti. Questo permette di viaggiare in sicurezza e senza elevato stress. Al momento le city car stanno montando il Cruise Control ed è già un buon passaggio. Questa, infatti, è una tecnologia che ci sta proiettando verso le auto a guida autonoma, ma adesso…please, chiamiamola assistita.
Cosa ne pensi dello sviluppo delle macchine elettriche? Sarà davvero questo il nostro futuro?
Il settore automobilistico ha bisogno di un rinnovamento. Dall’inizio del XIX secolo siamo rimasti alle auto con motore termico e abbiamo bisogno di un cambiamento. Le strade tracciate sono due: l’elettrificazione e l’automazione. Non credo che le auto elettriche siano la panacea del problema ambientale (rappresentano una percentuale ridotta delle emissioni) ma penso sì che questo cambiamento sia dovuto a una necessità interna del settore.
Ormai non è più possibile sostenere la tesi che è solo “facciata” per i costruttori quello di dire che investono nell’elettrico. I primi risultati già si stanno vedendo e il fatto che grandi costruttori come Jaguar, Audi, Renault/Nissan, Ds, Bmw e Porsche si stanno interessando al Campionato di Formula E è un segnale importante. Ricerca e sviluppo partono dal motorsport.
Il servizio di car-sharing crescerà a ritmi elevati attraendo capitali e investimenti, dicci il tuo punto di vista.
I servizi di car-sharing nelle grandi città sono una buona alternativa ai mezzi pubblici o all’uso dell’auto privata. Al momento vedo che può crescere nei centri urbani ma non in contesti con grandi spazi o a livello aziendale.
Un car-sharing interessante è per me quello privato, con il quale attraverso un’App viene condivisa la chiave dando la possibilità a parenti o amici di utilizzare l’auto quando non la si usa. Volvo e Mercedes stanno proponendo questi servizi e, per esperienza personale, potrebbero essere un valido supporto nei momenti in cui non ci si riesce a incontrare per scambiarsi la chiave fisica.
Concludiamo con un saluto ai nostri lettori.
Grazie per questa intervista e invito tutti a seguire i cambiamenti del settore e a guardare le auto non solo come dei semplici mezzi di trasporto. Per chi ha piacere, è il benvenuto a bordo per seguire le mie avventure su Facebook, Instagram e Twitter.